giovedì 13 marzo 2014

Outplacement: che cos’è e perché è così importante

Il contesto socio-economico in cui ci troviamo richiede continui cambiamenti ai lavoratori che devono adattarsi alle particolari esigenze del mercato attraverso un lavoro il più possibile flessibile. L’ormai famosa flessibilità, sempre più richiesta e ricercata, provoca nel lavoratore un senso di ansia e insicurezza, legato all’incapacità di sviluppare un personale percorso di carriera e di costruirsi un’identità professionale. È quindi necessaria una forma più sostenibile di flessibilità che non si traduca in una precarietà costante, ma tuteli i lavoratori tanto nell’entrata in un nuovo contesto organizzativo quanto (e soprattutto) nell’uscita dallo stesso. Proprio in questo secondo caso è importante far riferimento all’outplacement: delle società specializzate, cioè, agiscono come supporto alla ricollocazione dei dipendenti in uscita da un’azienda. Questo supporto è finalizzato a potenziare l’autovalutazione e la riqualificazione della persona, affiancandola attraverso il difficile periodo di transizione. Con l’outplacement, quindi, si cerca sia di aiutare la persona a fronteggiare l’impatto emotivo della perdita del lavoro, sia a migliorare le capacità di ricercare nuove opportunità occupazionali (descrizione del mercato del lavoro, self – marketing, costruzione del curriculum vitae, simulazione di colloqui,…), riuscendo a dimezzare i tempi di reinserimento. Questo percorso si articola in diverse fasi:

  1. Orientamento individuale: si aiuta la persona a elaborare la perdita del lavoro e a costruire una nuova identità professionale, attraverso colloqui di accoglienza e riconoscimento delle competenze.
  2. Orientamento collettivo: vengono esplicitate le finalità dell’intervento, le metodologie utilizzate, le aspettative e il programma, in modo da facilitare l’instaurarsi di una relazione basata sul rispetto reciproco. In questa fase si procede all’illustrazione dell’attuale mercato del lavoro aiutando le persone a prendere in considerazione diversi canali per la ricerca dello stesso.
  3. Formazione tecnica: in questa terza fase vengono proposti dei percorsi formativi volti ad aggiornare le competenze tecniche delle persone in uno specifico ambito lavorativo.
  4. Start – up d’impresa: questa fase facoltativa illustra i passi necessari per avviare una nuova impresa, spiegando vincoli, opportunità e analizzando la fattibilità del progetto.
  5. Accompagnamento al lavoro: si procede infine alla ricerca di una nuova occupazione attraverso un affiancamento in back office che permette l’individuazione di aziende potenzialmente interessate al profilo della persona.
Inoltre, è importante sottolineare che le agenzie che offrono tale servizio lavorano solo su incarico dell’azienda che ha licenziato la persona: è quindi necessario che quest'ultima richieda il servizio all’azienda stessa, chiedendo, ad esempio, che venga incluso nel pacchetto di buona uscita.
Questo servizio, purtroppo ancora poco conosciuto, merita una maggiore diffusione in modo che tutti ne siano a conoscenza e possano usufruirne in quei momenti di difficoltà e disperazione che accompagnano la perdita del lavoro. Nella speranza che questo aiuto possa prevenire conseguenze e comportamenti molto più gravi per la persona, che spesso si sente sola e abbandonata.

Bibliografia

Boccato, A. & Serra, A. (2010). Outplacement. Psicosociologia della riqualificazione e del ricollocamento professionale. Piccin.

www.aiso-outplacement.it


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